tag:blogger.com,1999:blog-79567248697039520272024-03-19T04:30:49.787-07:00In caso d'emergenza rompere il vetro.Raffaele Birlinihttp://www.blogger.com/profile/16178501836950150195noreply@blogger.comBlogger48125tag:blogger.com,1999:blog-7956724869703952027.post-11543496439931776762012-06-19T23:12:00.003-07:002012-06-19T23:36:31.194-07:00Stavo dormendo e pensavo alla mediazione, in particolare alle telecamere, alle macchine fotografiche come strumento di costruzione di falsi ricordi da trapiantare a quelli veri per rendere migliori le vacanze e chi le ha vissute, a quel punto non stavo più dormendo, stavo con gli occhi chiusi a sondare la consistenza del cuscino, perché mi piace sentire i cuscino tra collo e spalle, sono convinto sia uno degli accorgimenti speciali per dormire meglio, per addormentarsi subito, l'azione dello sprofondare controllato della testa, il contatto della stoffa con zone specifiche di pelle vicino alle orecchie, e mentre poche ore prima, alle due di notte, lo so perché non mi riaddormento se non guardo l'ora, alle due m'ero svegliato e c'era un silenzio preoccupante, niente traffico, niente animali, niente di niente, sembrava uno di quegli incubi dove ti viene l'ansia perché è tutto normale, non succede niente, e più pensi che sbagli a farti venire l'ansia perché non ce n'è motivo e più ti viene l'ansia per via che l'ansia invece ti viene e ti arrabbi con te stesso per la tua incapacità di accettare il fatto che è tutto a posto, c'è solo un silenzio un po' strano, c'è solo una luce un po' fioca e l'aria un po' ferma, dovresti goderti tutto questo al posto di cedere a stupide reazioni emotive dettate da secrezioni nell'ipotalamo o altro recesso cervellotico con radici nel brodo primordiale, e se alle due c'era un silenzio non dico allarmante ma curioso, per nulla ansiogeno, diciamo intrigante, mentre pensavo alla mediazione, alle sei e diciotto, c'erano invece canti e fischi striduli e il cambio marce degli autoveicoli giù in strada, poppanti in lacrime non si sa se per farsi notare o per la semplice consapevolezza di esistere e motorini distanti con la marmitta senz'anima, mi son detto se fosse inverno oggi scriverei di persone che giudicano le vite altrui dalla narrazione che ne viene fatta e propongono di essere giudicati in base alle foto con filtro seppia prese col telefonino in luoghi che devono essere considerati invidiabili in base alla tradizione, si va nel tal posto perché è famoso e chi ci va conquista una dose di mitologia riflessa, uno stemmino da boy scout da cucire sul passaporto, una stellina di merito dalle mani dell'amata maestra a altra dispensatrice di accettazione e autostima, al punto che l'esperienza concreta e la vita vissuta cedono il posto all'immagine di sé cui si tende e si ambisce, alle decisioni su cosa mettere per comunicare al meglio la propria superiorità o il gradino conquistato sulla scala sociale, il tutto viene certificato dall'atto di mediazione dello scatto, del filmato, dove non serve dire nulla, sapere nulla, dove non si impara nulla se non modi sempre più elaborati di fingere la comprensione, perché al dunque la verità e la sostanza non stanno più dentro le cose ma negli occhi di chi le guarda, il giudizio diventa qualcosa di completamente slegato dai contenuti, una mera questione di forme e di linee, di stile e di estetica, di gradimento basato sulla reazione istintiva, emotiva, irrazionale, e noi, le nostre vite, le nostre pretese di lasciare un segno sulla pelle del mondo o nella memoria del mondo, noi si diventa come fiori ornamentali per arredare il set di un film di quelli dove c'è un silenzio un po' strano, una luce un po' fioca, un'aria un po' ferma, ma niente di cui preoccuparsi, noi si diventa morbidi colorati e profumati prodotti ornamentali, fiori di plastica che sennò il giorno dopo appassiscono e puzzano e si gettano via, e meno male che è estate, ho pensato, che io d'estate non scrivo e tutta questa roba è come se nemmeno l'avessi pensata, che sollievo, molto meglio concentrarsi sui rumori che entrano dalla finestra aperta, indovinare l'ora, tormentarsi sulla scelta fra tuorlo d'uovo sbattuto con lo zucchero e un meno calorico yogurt bianco e ciliegie fresche.Raffaele Birlinihttp://www.blogger.com/profile/16178501836950150195noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7956724869703952027.post-61543967084247273642012-05-22T00:08:00.002-07:002012-05-22T00:08:36.290-07:00Stavo sognando il fastidio, ero infastidito da una signora per via della sua presenza, che se ne stava lì seduta a guardarsi le mani e io lo trovavo fastidioso, non sapevo come fare e allora mi sono sentito fare un verso, come un peto a colpo singolo, e prima della signora avevo discusso per strada con jimmy ghione che mi tallonava facendo domande con tono accusatorio, gli ho detto no comment ma lui continuava, gli ho detto non sono autorizzato a parlarne ma lui continuava, gli ho detto ma lei è un vero giornalista e lui ha detto sì certo, gli ho detto mi mostri il tesserino e lui si è messo a ridere, volevo telefonare al 113 e dire sentite c'è un signore che mi punta addosso una telecamera e mi fa domande mi segue non mi lascia in pace e dice di essere giornalista ma non vuole mostrare il tesserino, poi ho lasciato perdere, gli ho detto alscolta jimmy ma il tuo nome è davvero jimmy ma i tuoi genitori ti hanno davvero chiamato jimmy e a questo punto il sogno è andato perso fino al punto della signora, quando mi sono trovato seduto di fianco alla signora ingombrante, il maglioncino di lana fatto a mano di quei colori, tipo il ruggine, il muschio, che rimangono nel cesto e li vendono scontati a fine stagione, teneva i capelli raccolti e la borsetta sulle ginocchia, stava composta e immobile, sembrava mia nonna, mi ricordava la nonna, volevo dirle scusa nonna se ho detto quella cosa a jimmy ghione ma sapevo che non era davvero mia nonna e allora mi dava fastidio, emettevo dei versi con la bocca per farle capire quanto mi era insopportabile la sua presenza, on delicatezza, che non se ne accorgesse e io potessi continuare a sbuffare un fiato alla volta, indifferente, cadenzato, fino a quando mi sono svegliato per il rumore vero e proprio che stavo facendo nel sonno, mi sono spaventato, ero convinto di essere mio padre perché era mio padre che faceva quei versi nel sonno e io li trovavo buffi, mi dicevo chissà come è possibile fare dei versi del genere mentre si dorme, papà come sei strano, e non avevo mai ipotizzato il fastidio.Raffaele Birlinihttp://www.blogger.com/profile/16178501836950150195noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7956724869703952027.post-17103185589895704102012-05-21T00:15:00.002-07:002012-05-21T00:21:39.535-07:00La gita non la rimandano per brutto tempo, mi si è bruciato un faro della macchina, ho mal di testa, probabilmente mi puzza l'altito e ho gli occhi invenati e i capelli in disordine, mi tocca fare delle telefonate (prima mi dava solo fastidio parlare al telefono, adesso ho voglia di prendere a martellate i telefoni), ho un vago sospetto di aver dimenticato qualcosa, di non aver fatto qualcosa che dovevo o di aver fatto qualcosa che non dovevo, mi sembra di aver bisogno delle spadrillas che ho visto all'ipercooop a 19 e 90 anche se non ho idea del perché, quando le metterei, sembrerei un vecchietto, apparirebbero alla vista cose di me che senza spadrillas rimangono nascoste dentro, vicino alla milza o forse dietro la cistifellea, mi sembra che un giorno avrei dovuto urlare e non l'ho fatto oppure che ho urlato al posto di stare zitto, ho come l'impressione che non si possa stabilire se tutto ciò che è stato abbia più importanza di quel che sarà o se quel che sarà è ciò che davvero ha importanza, così rimango a sentire la pioggia e ogni tanto guardo l'ora perché non posso bere il caffè prima che passi almeno un'ora dall'ultimo che ho già bevuto, sprando che dopo il secondo caffè della giornata mi sembri più fattibile il gesto di fare il numero e ficcare la voce dentro a un cavo, piegando la testa di lato per sentire meglio, come certe notti quando ti svegli e vorresti impedire ai sogni di rintanarsi, poi mi sforzerò di pensare a gente felice e quando avrò sgasato abbastanza sul motore del mio buonumore per carburare l'ottimismo, sgommando sui denti esposti nel sorriso di chi sta fumando l'ultima sigaretta, andrò a fare quel che va fatto, anche oggi come ho sempre fatto ogni giorno della mia vita, un due tre quat, front dest, un due tre quat, avant marsch, perché io sono fortunato, è così che si dice, come nella leggenda del re pescatore, nella metro il reduce quando dice: loro vedono me e pensano io non devo fare l'elemosina per vivere: io posso camminare sulle mie gambe: boo boo booo: immaginando il giorno in cui si guarderà indietro: ci si siederà a guardare il panorama: ci si sentirà sereni e soddisfatti almeno la metà di quanto ci appare serena e soddisfatta la gente meno fortunata che incrociamo per la strada: e non diamo retta alla voce beffarda che dice prima che arrivi quel giorno sarai già bell'e che andato, caro mio, bye bye, addio e tante belle cose, grazie per esservi serviti in uno dei nostRaffaele Birlinihttp://www.blogger.com/profile/16178501836950150195noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7956724869703952027.post-48910802134391398162012-05-18T00:55:00.003-07:002012-05-20T10:57:53.606-07:00C'era una volta un mondo privo di intrattenimento, cupo, rigido, dove perfino il teatro popolare era visto come la dimostrazione che l'uomo abbandonato a se stesso ritorna a essere un animale. In questo mondo l'unico passatempo consentito era la preghiera o l'esercitazione marziale, la musica sacra o imperiale, pittura e scultura rigidamente conformi a regole tramandate fin dall'antichità, rappresentazioni di storie educative di impronta fortemente drammatica. L'intrattenimento era una forma di divulgazione della cultura e la cultura era nelle mani dell'aristocrazia, dell'élite nobiliare, militare, ecclesiale. Poi venne la rivoluzione industriale e nacque la borghesia, portando con sé musica profana, pittura indecente, spettacoli deprecabili, la caduta dell'ordine e l'avvento del caos. L'intrattenimento diventa prurito, scandalo, burlesque e grand guignol, nello squallore generale di agglomerati urbani fetidi, corrotti, formicai di uomini che muoiono di peste mentre si trascinano alla ricerca di cibo tra le fogne a cielo aperto e la fuliggine dalle ciminiere. Poi vennero le riviste, poi il cinema, poi la tv, poi internet. Ci sono in giro questi curiosi personaggi che se ne vanno affermando come il progresso sia servito a far sì che l'intera popolazione oggi sia l'aristocratica-democratica èlite (si noti l'ossimoro schizoide tipico della post-modernità) che coltiva il gusto dell'estetica, approfondisce discorsi filosofici, garantisce e protegge il giardino della cultura finanziando studiosi e scienziati e artisti, come se davvero la selezione non venisse effettuata da persone, il funzionario di partito al posto di una contessa, un barone universitario al posto di un colonnello, ma da procedure asettiche in grado di dar corpo alla meritocrazia dove il bello diventa un algoritmo, la poesia il prodotto di un processo ricorsivo eseguito dal computer. Invece tutto questo è l'illusione di chi non vuole dichiarare il proprio fallimento, la bugia di un futuro meraviglioso che la tecnica non può realizzare senza snaturare e distruggere ciò che rende umani gli uomini. Il risultato è superman, è il sogno dei viaggi interstellari, la vita eterna anche se dentro a una bara criogenica, non ci sono macchine che materializzano il cibo dal nulla premendo un bottone, non c'è un governo mondiale dove un presidente dall'aria forte ma saggia, gentile ma virile, comprensivo ma determinato, regge le sorti di un'umanità sorridente e soddisfatta che passeggia in calzamaglia in locali asettici e climatizzati. C'è una profonda spaccatura fra il ragazzino che a scuola studia il latino e quando esce accende la console e mette su skrillex. C'è una spaccatura fra il cittadino che al lavoro sembra un mix fra gesù-omero-hitler-dante-robot-amleto e quando torna a casa si piazza sul divano a mangiare la pizza surgelata davanti a programmi trash. La pretesa di tenere in vita quel mondo di giornalismo sano e svincolato dalla corruzione della politica, di politica sana e svincolata dalla corruzione del potere, di cultura sana e svincolata dalla corruzione del commercio, è un sogno virato seppia, un film restaurato, sa di fotografie al cimitero che ci vengono in mente quando temiamo di far brutta figura, di deludere chi ci sta guardando, e allora recitiamo, fingiamo anche con noi stessi, diciamo al telefono che va tutto bene anche se ci esce sangue dalle orecchie. La cultura è sempre stato un prodotto di lusso commissionato da pochi, eseguito da pochi, fruito da pochi. La cultura popolare (si noti l'ossimoro) è intrattenimento, e il valore della cultura popolare si esprime nella capacità dell'opera di aumentare il fatturato di chi la duplica, la distribuisce, la pubblicizza, cura il merchandising, si aggiudica prelazioni sul sequel. Oppure di spostare voti, favorire carriere, spingere la vendita della marca di gelato che mangia l'eroe nella scena dell'esplosione così come l'idea che i gatti ciechi debbano avere più diritti rispetto ai cani sordi. Il mondo era già così molto prima di facebook, solo che nel frattempo Sartre è morto, ai caffè parigini ci vanno i pensionati e discutono di quello che han visto alla tv, i cani sporcano e non piacciono più nemmeno ai bambini, e tutto l'insieme parigi-caffè-sartre-cani puzza di marcio al naso di chi non recita la parte nell'ennesimo spot per venderci ancora e ancora la promessa di una perfezione che è sempre a portata di mano, in un mondo futuro, ma di poco, lontano, ma non così tanto, come la carota davanti al muso del somaro.Raffaele Birlinihttp://www.blogger.com/profile/16178501836950150195noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7956724869703952027.post-13367718035923329212012-05-17T01:36:00.002-07:002012-05-17T01:41:33.498-07:00Stamattina quando mi viene da dire qualcosa mi fermo e sto zitto, non clicco sul bottone pubblica di facebook, non faccio il tifo, non diffondo, non pubblicizzo, non propagando, non partecipo, il che è come smettere di difendersi per stare a galla nell'ondata massiccia e continua dello tsunami informativo digitale, e devo dire che è bello riscoprire la gioia di rifiutare la compromissione in un mondo in cui più nessuno sembra provare la necessità di tirarsene fuori, dove sembra che se non appari non esisti, se ti alzi ti rubano il posto, il sequel del se non lo compri resti indietro, se non puoi permettertelo resti escluso, oggi siamo al se non entri nel gruppo non otterrai salvezza, se non svetti sulla massa non sarai mai di alcuna utilità, se non conduci verrai condotto, questa spinta all'integrazione fine a se stessa tipica dello stormo del branco del gregge in cui se ti allontani rimani solo e muori, se non ti offri volontario la tua vita sarà uno spreco, un po' come il famoso albero nella foresta che non cade davvero se non ci sono testimoni, con in più l'ansiogena colonna sonora delle emergenze e dei terribili rischi che si corrono solo per il fatto di essere vivi, dove si sterilizza la frutta e si indossano mascherine per andare in bici, si è persa la liberatoria sensazione di non far parte del sistema com'era la norma ai tempi pre-internet della fruizione mediatica passiva, la consapevolezza della propria insignificanza, senza la pretesa di essere la goccia che fa traboccare il vaso, la milionesima piuma del cui peso si avvertiva la fondamentale e struggente necessità, senza la follia dell'andiamo tutti nello stesso posto e saltiamo tutti assieme per far uscire il pianeta dall'orbita, il tempo in cui parlavi solo di persona con gente che non aveva nessuna voglia di litigare per questioni di principio, la calda sicurezza e morbida accoglienza e prevedibile familiarità di un ambiente mai ostile a prescindere, per cui è bello a volte, come oggi, smettere di entrare nella mischia, salire sul ring per un combattimento di massa dal numero di round infinito, in cui non conta nemmeno essere più bravi ma conta solo far aumentare il numero di elementi di un gruppo piuttosto che un altro, aiutare a spargere influenza e potere del prescelto campione momentaneo affinché prevalga per un certo lasso di tempo questa o quell'opinione, un'orgia, un mattatoio, un gioco al massacro, dove se non ti butti nella mischia e non accetti le regole vuol dire che ti arrendi e ti ritiri e perdi e ti devi vergognare perché si contava anche su di te, e che bello ogni tanto, come oggi, smettere, quello che avevo da dire l'ho già detto, inutile insistere, chiuso, occupato, fuori servizio, alzare un muro invisibile e usarlo come scudo, una bolla di pace dove stare in silenzio a godersi la tranquillità di chi l'ultima parola se l'è aggiudicata ancora prima di iniziare a discutere.Raffaele Birlinihttp://www.blogger.com/profile/16178501836950150195noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7956724869703952027.post-90856704634322533442012-05-14T01:36:00.000-07:002012-11-30T08:02:41.590-08:00Alcune mamme stanno litigando via mailPost eliminato per lamentele <! Alcune mamme stanno litigando via mail con la rappresentante di classe. Secondo me è iniziato tutto quando una signora, di cui ovviamente non faccio il nome, della quale non parlerò che bene perché sono una persona adulta che non conosce il teatrino dei rapporti sociali, è iniziato tutto, secondo me, fin dalla prima riunione di classe, quella in cui è stato deciso per alzata di mano il rappresentante di classe. La signora di cui non faccio il nome, di cui non dico nulla perché non voglio passare per un pettegolo che parla alle spalle, anche se c'è pieno di persone che parlano alle spalle, ci sono amicizie extrascolastiche e accordi informali di non interferenza reciproca, e poi ci sono quelli come me che sono un po' come la Svizzera, vedono che c'è tensione nell'aria e che alcune persone non si rivolgono più nemmeno un saluto, altre che invece sono tornate a sorridersi dopo mesi di guerra fredda, e si capisce vagamente l'attuale temperatura delle relazioni diplomatiche. Fin dalla prima volta, secondo me, si sta fertilizzando la zizzania, c'è questa signora di cui non dirò l'età, l'origine, l'accento, i vezzi, la disponibilità economica, le fattezze, l'atteggiamento, i gusti, niente, non dirò niente di questa signora che secondo me, magari sbaglio, ma è fin dalla prima volta, quando hanno scelto la rappresentante e lei si è offerta volontaria, la maestra ha detto va bene ma scegliamo almeno fra due candidati, e un'altra signora, anche di questa non dirò il nome, il numero di figli, asperità o morbidezza di carattere, livello di cultura, niente, dirò solo che al momento del voto ha vinto quest'ultima e secondo me, non voglio pensare male o fare insinuazioni, ma secondo me è stato il fattore scatenante di una strategia che non definirò certo di una crudeltà vendicativa tipicamente femminile, non parlerò certo di ripicca e altre piccole acide soddisfazioni se non imputandole all'uomo, al maschio, perché si sa che la donna è pura e innocente e il maschio è un bastardo, il fatto che tutte le parti in causa nel litigio in corso, per ora siamo a quasi una decina di persone, siano tutte donne è una coincidenza. La signora che perse l'elezione mostra in questi giorni un aspetto florido, è rilassata e sorridente come una divorziata che ha ottenuto la casa, i figli e gli alimenti, o una vedova che è finalmente riuscita a seppellire il marito, diciamo le cose come stanno, una donna siccome mette i tacchi e si depila, si trucca e si pettina, non vuol dire che è felice e che la sua vita è un bellissimo sogno a occhi aperti, vuol dire che è brava a fingere, che non vuole essere quella che invidia ma quella che viene invidiata, spesso la vita è tutto lì, scegliere da che parte stare: l'amante o la cornuta, la mantenuta che fa shopping con le amiche o la casalinga che cucina per un mucchio di bambini, non è così complicata la vita se la riduci a scegliere da che parte stare, se reciti bene convinci anche te stesso e la depressione sparisce, è una cosa da malati mentali, da manicomio, non da persone di successo che sanno come divertirsi. Fin dall'inizio, secondo me, è stata nutrita la bestia dell'odio e del risentimento, la votazione ha grida vendetta agli occhi del dio dell'autostima, e ogni gesto e parola della neoeletta rappresentate di classe hanno suonato come ingiurie e sberleffo all'orecchio della perdente. La povera signora è stata messa in una situazione in cui non le è stato più consentito ricorrere al trucco della recitazione, le è stata tolta la possibilità di decidere da che parte stare, facendola scivolare contro la sua volontà nell'abisso dei non-vincenti, dove il resto del mondo non aspetta altro che puntare il dito contro la vittima e coprirla di finta commiserazione, di pietà di comodo, poverina, non ti hanno eletta, non ce l'hai fatta, non fa niente, ti vogliamo bene lo stesso, ti tiriamo un tozzo di pane secco, eternamente bambini di fronte al giudizio dello spettro di mamma e papà. Magari sbaglio, ma secondo me questo è l'epilogo di una faida che risale a tanto tempo fa, una lunga paziente, laboriosa, meticolosa opera di distruzione e abbattimento del vincitore, fatta di boicottaggio, propaganda, manipolazione, tutta una serie di azioni e strumenti che si ripropongono su grande scala a livello sociale, dalla famiglia al quartiere alla nazione su su fino ai rapporti internazionali. Il culmine è questo scambio di email visibile a tutti i genitori nelle quali ci si appella alla democrazia, al dialogo, al diritto di partecipare delle decisioni collettive, e a me sembra di udire la risata della signora che riecheggia come nei cartoni animati, quando vedi solo l'ombra del cattivo sul muro che danza nei riflessi del fuoco. Un grande richiamo ai valori, alle regole e alle procedure di convivenza civile per una spesa di cinque euro a bambino, famiglie che vanno in giro credendosi modelli pubblicitari, con il marito che guadagna bene e i figli che si destreggiano fra nuoto danza musica calcio equitazione, macchine pulitissime che cambiano ogni volta che scade il leasing, occhiali scuri e feste di compleanno in locali attrezzati e animatori specializzati, queste mamme scoprono improvvisamente che cinque euro sono importanti perché servono a un regalo da fare alla maestra. Non è che danno i cinque euro e poi, se proprio ci tengono, ne spendono altri dieci cento o mille per fare un regalo motu proprio, no, devono sindacare quei cinque euro perché il regalo chi l'ha scelto, perché quello, da chi, ma come, e non so se c'è lo zampino della signora che, come purtroppo di sarà capito, non ho votato in quel lontano giorno di assemblea, ma di sicuro non sarà dispiaciuta dal momento che anche con me ha provato a sondare la possibilità di indurmi a considerare la rappresentante come inadeguata e incapace, del tutto insoddisfacente rispetto alle attese dell'elettorato. Non dirò di quando ha portato il figlio col braccio fasciato come se gli fosse capitato chissà quale incidente gravissimo a scuola, vittima del bullismo e dell'incompetenza delle maestre, lei che è sempre in prima fila e sgomita per essere in prima fila prima davanti all'uscita, quando ha protestato per chissà quali discriminazioni nei confronti di suo figlio, povera vittima indifesa, il quale non solo è stato accettato nonostante non abbia l'età perché sua madre lo ha spedito comunque a scuola, forse per anticipare il più possibile la futura laurea o reputandolo troppo intelligente per aspettare di avere l'età giusta, specialmente se ha preso dalla madre, sarebbe uno spreco di talento e di iniziativa, e se il bimbo insulta e sbeffeggia e prende a quadernate sulla testa i compagni è tutta simpatia. Ma non voglio che si capisca di chi sto parlando, e neppure la rappresentante, non voglio dire che ha tre figli e nessuna voglia di menate per questioni che non sono neppure fra i doveri del rappresentante di classe, come organizzare pizzate per incentivare l'amicizia fra i genitori e organizzare collette per fare regali alla maestra. Nessuna delle due signore può venire identificata dalle mie parole perché voglio starne fuori, al di sopra delle parti, per non farmi inimicizie che già c'è una mamma c'è che mi saluta a stento, se proprio non può evitarlo, e non ho la minima idea del perché, per cui non do torto né ragione a nessuno, ho saputo che si è formato un capannello fuori da scuola ieri mattina e che c'è stata una discussione a voce dove sono volate parole non grosse, diciamo medie, sono volate parole medie, sono rimasto comunque stupefatto, mi capita ogni volta, anche dopo decine di conferme, sono quasi sconvolto dall'arguzia delle donne quando si tratta di capire la permeabilità delle persone alla sistematica distruzione dell'equilibrio mentale delle loro vittime, che siano sconosciuti, amici, parenti, non importa, quando scatta l'istinto castrante non guardano in faccia a niente e a nessuno. L'uomo alza la voce, agita il pugno, ti offende, al massimo, ma dev'essere una cosa grave, arriva al contatto fisico, ma poi basta, finisce lì. La donna no, la donna sorride e tu pensi che va tutto bene e invece sta pregustando il giorno in cui te l'avrà fatta pagare, che ci sia un motivo oppure no fa niente, anche lì è solo questione di scegliere da che parte stare: dalla parte di chi ha un motivo per odiarti e rovinarti la vita o dalla parte di chi non ti reputa degno neppure del disprezzo. E queste mail, fantastiche, sono piene zeppe di cattiveria e finiscono sempre con una frase gentile, un augurio e un saluto. Sono email da pelle d'oca, affettuosamente gelide come i baci che ho visto scambiarsi tra le amiche del cuore o i non fa niente e i non ti preoccupare delle donne offese, un inno maestoso all'ipocrisia, un nido di uova che non vuoi sapere cosa le ha deposte, sembra di vedere come nei fumetti, quando ci sono tanti piccoli pugnali che vengono sparati fuori dagli occhi, all'indirizzo di qualcuno raffigurato di spalle. A volte sono lì che aspetto l'uscita di mio figlio da scuola, circondato da mamme e nonne, e ho paura di girarmi e scoprire che mi stanno guardando, sempre che si possa capire dove guardano dal momento che di questi tempi indossano, tutte, sempre, gli occhiali scuri.>Raffaele Birlinihttp://www.blogger.com/profile/16178501836950150195noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7956724869703952027.post-89154862614226575682012-05-07T02:06:00.002-07:002012-05-07T02:06:43.380-07:00Ho finalmente deciso di entrare nel meraviglioso mondo del commercio digitale. Apro il sito disneyland paris, inserisco dati, età, nomi, residenze, telefono, indirizzo, opzioni, orari, aeroporti, navette, assicurazioni, spunto caselle, leggo regolamenti, accetto condizioni, rivedo le scelte fatte, confermo, applico, riepilogo, aggiungo e alla fine confermo. Appare il modulo carta di credito, inserisco numero della carta, nome del titolare della carta così come appare sulla carta, scadenza della carta, codice di sicurezza della carta e clicco il bottone finale. Errore 6007. Forse ho sbagliato e il codice sicurezza vuole tutte le cifre, che in effetti ci stanno giuste giuste. Invio. Errore 6007. C'è un numero di telefono, lo chiamo. Voce registrata che mi avvisa a proposito di domande alla fine della chiamata, mi dice che andando avanti accetto di essere inserito, entrare a far parte di, gli elenchi, i servizi di terzi, premere uno se, premere due se, premo 1. Si sentono ticchettii e un fischio, un'altra voce dice premere uno se, premere due se, premo 1. Premerò 1 fino a quando risponde un essere umano o cade la linea, nel secondo caso richiamerò e premerò sempre 0, di solito funziona. Mi risponde qualcuno, gli spiego la situazione, è una signorina molto gentile, molto sveglia, molto professionale. Stiamo al telefono mezz'ora, parlaimo di probabili tetti, di prenotazioni che non risultano, di tipi di carte, di errori umani, poi le dico provo di nuovo, e clicco. Errore 6000, troppi tentativi, transazione bloccata. La signorina mi dice non si preoccupai, se vuole proviamo via telefono. dico non mi preoccupo, cos'è l'errore 6000? Mi dice niente, non si preoccupi, forse le hanno bloccato la cifra, ma solo per qualche giorno. Ah, dico, la cifra. Forse le hanno bloccato anche la carta, ma non si preoccupi, dovrebbe sentire la sua banca o fare un numero verde. di solito si risolve tutto nel giro di qualche giorno, dev'essere per via del tetto. Ah, dico, il tetto. E parliamo di tetti, che io il tetto non lo so, ma sono sicuro che sia più alto, e chiedo ma i miei soldi sono bloccati, la mia carta è bloccata, la prenotazione non risulta, e devo chiamare la mia banca e pure la carta di credito. La signorina è paziente e abituata a gestire la clientela, mi dice non si preoccupi, se vuole riproviamo al telefono, mi paga una caparra. Le dico no, vede, al momento la mia attenzione è passata dal prenotare la vacanza a scoprire se i miei soldi ci sono ancora e risolvere un possibile blocco della visa. Lei mi dice non si preoccupi, guardi che poi magari non trova più posto, le conviene prenotare lo stesso poi vedrà che si risolve nel giro di qualche giorno. Ah, dico, qualche giorno, mi è stata molto utile, grazie. Quindi telefono alla banca, chiedo di qualcuno che si occupa delle carte di cretito, mi risponde una signorina gentile e simpatica, quelle voci briose che ti mettono di buonumore, le dico senta le spiego il problema. Mi chiede il numero di conto, vado a recuperarlo, ho la scrivania piena di cose con sopra dei numeri che la gente vuole sapere da me. con quel numero la signorina entra nel magico mondo dei computer e trova un pezzo delle informazioni che cerco, ovvero quella che la carta risulta attiva. dicono sempre risulta, nessuno si azzarda a fidarsi di quel che dice il computer. Quello che appare sullo schermo 'risulta', per cui può essere oppure no, è impossibile sapere qualcosa di definitivo sulla realtà mediante un computer. L'unico modo è uscire, comprare il pane e vedere se la visa viene accettata o risputata. E per i soldi? Non si sa, bisogna contattare la carta, c'è il sito. Il sito della carta! Come ho fatto a non pensarci? Ce l'ho nei preferiti, lo clicco, esce la scritta che è chiuso, che è in manutenzione, c'è scritto che stanno lavorando per, che il sito sarà ancora più, che si prega di. La signorina della banca, ancora al telefono, ride di una risata così educata e spontanea che mi strappa una risata a mia volta, mi dice provi a fare il numero verde. Va bene, altra telefonata, una voce registrata mi dice che il numero non è più in funzione, me ne detta un altro. Lo faccio e scopro che non è verde. Lo scopro perché io ho disabilitato sulla mia linea telefonica le chiamate a pagamento, quelle che ti vendono le suonerie, che il mago ti legge i tarocchi, che risponde un centrlaino uin giappone o senti i mugolii di chissà chi. Scopro che se mai avessi bisogno di chiamare la visa non potrei farlo. A questo punto vado a comprare il pane. La carta viene accettata. Il sito è ancora in manutenzione. Attendo di sapere se e quante prenotazioni mi verranno addebitate, se i potenti mezzi dell'antitruffa telematica stanno usando i miei soldi come il formaggio elettronico su una trappola per topi digitali. Nel caso spero che non mi vengano addebitate tre vacanze identiche da effettuarsi dalle stesse tre persone, nello stesso luogo e periodo, potrebbe essere un errore logico di tale portata da rendere inutilizzabile l'intera internet per secoli.Raffaele Birlinihttp://www.blogger.com/profile/16178501836950150195noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7956724869703952027.post-91012741331284317082012-04-04T01:02:00.002-07:002012-04-04T01:03:20.070-07:00Iniziano le vacanze,
<br />
mio figlio sembra grandissimo.Raffaele Birlinihttp://www.blogger.com/profile/16178501836950150195noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7956724869703952027.post-76147742853771431192012-03-15T01:49:00.001-07:002012-03-15T01:49:09.773-07:00golpoi dice come mai non sei sociale? come mai stai sulle tue? come mai dici che ha ragione franzen sull'ipersocialità come anatema? come mai l'arte diventa un lavacro dove purificarsi dalla contaminazione del mondo? è come da piccolo quando tutti giocavano a pallone e si divertivano e a me il pallone mi faceva schifo, lo odiavo, a me tirare calci al pallone mi faceva sentire stupido e non volevo dare la soddisfazione al mondo di vedermi piangere per la frustrazione di dover giocare lo stesso, dove gridare gol come se davvero me ne fregasse qualcosa, quando io li avrei bruciati tutti, avrei incendiato il campo, il pallone, i giocatori, gli spettatori, le regole, l'erba il cielo le righe bianche di gesso per terra, avrei bruciato me stesso se avessi avuto la certezza che con me sarebbe bruciato il calcio, ma non sarebbe successo, sarei morto solo io, sarei sembrato un povero pazzo che cerca di bruciare il calcio, e la sensazione di non avere alcuna speranza di vivere in un mondo diverso è uno dei sapori di cui si nutre l'arte, che non aspira al cambiamento ma all'eterno, all'immortalità, è questa la differenza fra un artista e un impiegato nel campo dell'intrattenimento sostenuto, finanziato, sponsorizzato, finalizzato a scopi commercial-elettoraliRaffaele Birlinihttp://www.blogger.com/profile/16178501836950150195noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7956724869703952027.post-63813092758815941552012-02-24T01:15:00.001-08:002012-02-24T01:15:25.538-08:00decrescereLa governance non perde il connotato di sovrastruttura neppure all’interno di regole e regimi democratici: l’obiettivo rimane quello di gestire i rischi collettivi, che sia fronteggiare carestie, rivolte, invasioni, oppure aumenti del prezzo di materie prime importate. Questa è la governance, sia che venga esercitata da dittatori illuminati, da aristocrazie nobiliari, dal consiglio degli anziani o da un’accozzaglia di ignoranti, populisti, tagliaborse, megalomani. Anche solo ipotizzare una governance che non si faccia portavoce delle istanze popolari per disinnescare la potenza fisica delle masse, razionalizzare e interpretare le esigenze per evitare esplosione del conflitto il più a lungo possibile, ricorrendo a modelli decisionali interlocutori e non violenti. Pertanto il discorso sulla governance è ininfluente rispetto all’evidenza di uno sviluppo fondato essenzialmente sul petrolio. La rivoluzione industriale è una parentesi, non è una scoperta che rivoluziona l’umanità da qui all’infinito. Non esiste, fisicamente, nessuna alternativa al petrolio in grado di garantire non solo all’occidente ma a miliardi di persone quante sono nel mondo un livello di benessere e qualità della vita paragonabile al nostro (anche se con nostro intendo anche quello di chi l’ha finanziato, vedi Keynes, a colpi di inflazione e svalutazione che scaricano il costo sulla ricchezza e sulle altre valute e con l’indebitamento all’infinito dei posteri). Non esiste ammoniaca, solare, eolico, gas, idrogeno, nucleare, niente di tutto questo può supplire alla mancanza del petrolio e niente di tutto questo può essere considerato rinnovabile e sufficiente alle nostre esigenze. Non esiste carburante che non sia stato originato dal processo di fossilizzazione nell’era carbonifera, un arco di milioni e milioni di anni, in grado di sostenere il mondo industrializzato, a meno di ipotizzare batterie grosse come palazzi e le risorse naturali di un secondo e terzo pianeta Terra. Detto questo, cioè che non esiste una soluzione né adesso né domani per continuare così (c’è una grossa differenza fra l’essere ottimisti e ipotizzare chissà quali fantastiche scoperte scientifiche e illudersi di essere ‘buoni’ per non sentirsi in colpa nel perseguire un comportamento ‘temporaneamente’ sbagliato e dannoso – tipo i drogati dello smetto quando voglio), è anche vero che non c’è nemmeno una soluzione per smettere di consumare e distruggere e inquinare e diventare sempre più in tanti. Per cui la decrescita non è qualcosa che si fa o non fa, che si vuole o si evita, è una cosa che avverrà quando le circostanze lo imporranno. Non ci vuole un quoziente intellettivo stellare per fare una previsione a riguardo con stime ad alta confidenza, e anche se fossero in pochi a capire il dramma di un mondo che torna indietro di secoli perché dovrebbero sforzarsi di farlo capire a tutti, magari in toni catastrofisti da titoloni in prima pagina, per alimentare con soldi freschi il business politico della partecipazione popolare e la stucchevole guerra dei parlamentari sui media: tanto non ci si può far nulla per impedire che si bruci tutti il bruciabile, a costo di respirare andando in giro con bombole sulla schiena.Raffaele Birlinihttp://www.blogger.com/profile/16178501836950150195noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7956724869703952027.post-59556256729643432312012-02-18T01:45:00.001-08:002012-02-18T02:07:19.884-08:00abbiamo una tesseraall'ipercoop oggi avevo davanti in fila, numero 3 e numero 5, io avevo il numeno 9 e osservavo la friggitrice sputare il merluzzo e accogliere le olive ascolane surgelate, due persone prima di me che hanno comprato cosce di pollo, tante, sei cosce di pollo e altre due a parte, otto cosce di pollo e mezzo pollo campese a parte, e crocchette di patate, verdura in pastella, hanno portato via mezzo metro cubo di pollo e io non ho nemmeno fatto la foto alle poltrone, fuori dall'ovs, dove ho comprato dei vestiti, rovistando alla ricerca della taglia 7-8 anni, che la roba da bambini veste poco, le taglie son modellate su bambini sottosviluppati, è psicologia, è marketing, se i vestiti non gli vanno bene tu pensi che tuo figlio è molto grande, molto robusto, è invece sono i vestiti, e la taglia che ti serve non c'è mai, è come se tutti avessero figli della stessa età del tuo, e a un certo punto hanno acceso l'aria condizionata, un freddo boia dentro all'ovs, avevo il bocchettone sopra la testa mi colava il naso mentre spulciavo le etichette di vestiti blu o grigi, rosso no che va lavato a parte, crea disordine nell'organizzazione domestica, e fermo una commessa le dico avete acceso per sbaglio l'aria condizionata e lei fa una faccia così, di complicità ma anche di schifo, che quando ha detto no, non è uno sbaglio, è per via degli odori, non capivo se stava parlando di me o degli altri, mi sono sentito puzzolente e indesiderato, sono andato alla cassa guardandomi in giro per capire se la gente si allontanava da me turandosi il naso, forse emetto cattivo odore e non me ne rendo conto, poi sono uscito e ho visto le poltrone, nere, di pelle, con gambali imbottiti per i polpacci, un cartello a pubblicizzare i benefici sulla salute di un bel massaggio automatico, poltrone a moneta per farsi massaggiare in mezzo alla folla, seduti in poltrona vicono alla zona artiglio pescaregali e dondoli a gettone, fingendo di non vedere passanti che a loro volta fanno finta di non vedere te che godi fisicamente della rotazione meccanizzata di aggeggi che si muovono dentro alla poltrona per farti aRaffaele Birlinihttp://www.blogger.com/profile/16178501836950150195noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7956724869703952027.post-80754919820464945082012-01-31T01:47:00.001-08:002012-01-31T01:50:08.673-08:00che poi a me Eco fa simpatia, mi ricorda PoldoPerché mi riferiscono tutto quello che dice Eco, dico Eco per dire un nome fra tanti, persone sempre in tv e sui giornali per dire cose che reputo non solo banali, spesso stupide, certamente superflue. Google dovrebbe scrivere un algoritmo con l'elenco delle persone più citate ogni volta che aprono bocca e ai primi posti vedremo, accanto a Papi e presidenti, questi signori qui che riassumo sotto il nome di Eco, personaggi apotropaici da toccamioci le palle e capipopoli della porta accanto con barba lunga a supplire l'alopecia e i vestiti che puzzano di fritto. Che Eco, per carità, quanto a cazzate è ancora in zona franca, ha studiato abbastanza da non spararle grosse, ma per questo merita di impersonare il santo patrono dei minchioni, se così posso chiamarli, divulgatori di porcheria controculturale underground molto tosta e fica che cioè, compagni, il sistema ci fotte, cioè, dobbiamo reaggire, sorella, abbiamo il sacro dovere di ribellarci all'oppressione di uno stato assassino che fa gli interessi del capitale e dei preti pedofili e dei partiti mafiosi e dell'industria del nord e delle banche tedesche e delle portaerei ammericane, dobbiamo trasformare il pianeta per un vivvere milliore nella pace e nell'ammore. I professionisti del riciclaggio emotivo, del commercio al dettaglio di sentimenti usati e abusati, Eco nomen omen, far riecheggiare sui tetti il grande woop woop woop della frullatore mediatico che mi tritura la pazienza, stavo per dire i coglioni ma oggi non faccio il volgare, con Eco niente linguaggio sboccato, che siamo al cospetto di intellettuali a parlar di cose grosse, intimiditi dai tecnocrati, dai burocrati, dagli specialisti per le macchie impossibili. Dicevo, perché Eco sì e Franzen no, solo per fare due nomi, i primi che mi capitano sotto mano, perché dobbiamo ancora accettare che avvenga una selezione informativa per cui lo straniero sì, in tv da fazio, con quegli occhietti da faina, con il traduttore in simultanea, ma se dice cose che Eco, dico Eco come esempio fra tanti di opinion leader famoso, Eco a casa, con suo bel pancione e i brutti occhiali sporchi, che guarda la tv e non gli sale la pressione, dimani esce e si sente bene, dice agli amici - Eco avrà degli amici, penso, chissà -, va al bar e dice bella la trasmissione di ieri, e tutti tirano un sospiro di sollievo, Eco ha detto sì, l'uomo del monte ci ha salvato dalla grande moria delle vacche,.;: se solo sapessero, gli italiani, quante persone intelligenti che dicono cose intelligenti ci sono là fuori, non solo fuori dall'Italia orgogliosa e ombelicale ma fuori dai circuiti mediatici nazionali, persone che potrebbero far capire all'italiano medio che non sa niente, non conta niente, non vale niente, che Eco, tutto sommato, senza nulla togliere, ma insomma, volendo guardarsi intorno, nel mondo non c'è solo Eco, diciamola così, senza usare parole volgari, tipo cazzo, che il giorno dopo han fatto le magliette con scritto sali a bordo cazzo!, in tv vedevi gente che godeva a dire cazzo in tv, lo diceva col sorrisino, alzando la voce per far sentire bene la parola cazzo in tv all'ora di cena, con i bambini a tavola che fanno cosa, ridono, non so, chiediamolo a Eco-ni, come si può definire l'insieme delle persone che hanno l'autorità morale che discende in linea diretta da un allineamento di opinioni con i grandi guru riconosciuti dall'establishment politico culturale dell'Italia?, gli Ecoli, da non confondersi con gli eccoli in quanto non arrivano mia da nessuna parte, per definizione. Perseverare nell'autoreferenziale al tempo del web è più di semplice anacronismo, è dittatura delle opinioni di parte. Il potere oggi consiste nell'approfittarsi delle barriere linguistiche per indirizzare l'opinione pubblica e si esprime come non mai non tanto nella censura quanto nella selezione di cosa rendere pubblico, nel senso di pubblicizzare, fare pubblicità, convincere il consumatore a scegliere il nostro prodotto, facendolo riecheggiare sulle bocche dei trascinatori di masse, dovrebbe diventare una professione, con tariffari da casino, tot euro un piccolo discorso di bocca, poi c'è la botta semplice che finisce nei tiggì e sulle prime pagine, un'apparizione in tv con tanto di intervista è un po' dar via il culo - ma non avevo detto che oggi non sarei stato volgare? - , un'intera campagna elettorale vale come minimo un incarico ministeriale, o almeno un contratto di consulenza esterna per un paio di parenti. E niente, per dire che mi piacerebbe venisse dati più risalto a discussioni intelligenti fra persone intelligenti che avvengono all'estero, che qui in Italia ci si sente a volte come turisti che sbagliano indirizzo e al posto che finire a un simposio su uno dei molti argomenti interessanti di cui si parla in giro ecco che si ritrovano invischiati nelle beghe di una riunione condominiale, perché anche il metodo, diciamocelo, lascia un po' a desiderare.Raffaele Birlinihttp://www.blogger.com/profile/16178501836950150195noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7956724869703952027.post-57008054316206572862012-01-26T00:49:00.001-08:002012-01-26T00:49:02.001-08:00sui libri elettronici digitali interattiviSecondo me raccontare sta anche nell'assumersi la responsabilità di sollevare il lettore dal compito di fare scelte che competono al narratore, all'autore come padrone della storia, chi vuol fare il falegname se il cliente vuole prefabbricati personalizzabili? Gli si dice caro cliente, vai all'Ikea. Se non ti piace come cucino vai a mangiare da tua nonna. Questo dice un artista, che sia cuoco falegname disegnatore che non fa caricature ai turisti in piazza duomo, che non cerca di capire cos'è che tira di più in omaggio alla cultura pop. E infatti torniamo alla questione della narrativa come intrattenimento, del mecenate pubblico inteso non come Stato o SPA ma come target del marketing, dove il padrone della storia non è più chi la fa ma chi la consuma. L'interattività è uno dei tanti strumenti di democratizzazione del processo creativo che diventa produttivo, con uomini robot, attori virtuali, realtà astratta e idealizzata che se non combacia col mondo allora è colpa del mondo, che va cambiato. L'uomo spiritualmente castrato che non più ha nemmeno il potere di raccontare la storia che vuole, dall'inizio alla fine, assumendosi il rischio di piacere solo a se stesso e accettando le avversità, ma deve aumentare i gusti disponibili, diversificare l'offerta per aumentare le quote di mercato, essere del tutto schiavo di una passione che diventa lavoro. Se fare arte diventa vincere il premio prodotto dell'anno, il detersivo preferito dalle donne dai 20 ai 60, la cucina più amata dagli italiani, il re del brivido, la campionessa delle risate, il cinepanettone, allora tanto vale che vado alla catena di montaggio, 40 ore settimanali alle 5 ho finito e vado a farmi una birra con gli amici al circolo dopolavoro, faccio il tifo per la squadra del pallone, prendo ferie malattia tredicesima e pensione e quando esce un libro nuovo penso che non lo leggerei comunque ma se qualcuno mi chiede com'è il libro dirò che fa schifo perché l'autore ha la faccia da pirla e non l'ho mai visto da fazio, oppure che è fantastico perché l'autore ama i cani e lotta per l'ambiente e scrive in un modo semplice e chiaro con storie d'amore che potrebbe essere uno di noi.Raffaele Birlinihttp://www.blogger.com/profile/16178501836950150195noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7956724869703952027.post-66657551486528294172012-01-11T00:59:00.001-08:002012-01-11T01:00:51.925-08:00out of orderstanotte ho sognato che perdevo sangue delle gengive, mi specchiavo e vedevo uscire il sangue dalle fessure tra i denti, pensavo meno male che me ne sono accorto, meno male che sono in bagno, così posso sputare nel lavandino, non sono costretto a inghiottirlo né a sporcare in giro, pensavo speriamo che passi alla svelta perché non posso stare tutta la vita in bagno, ho delle cose da fare, dei posti dove andare, e intanto non facevo niente, me ne stavo a guardare nello specchio il rosso sul bianco, aspettavo tranquillo e in silenzio che finisse di uscire, pensando in fondo è una pausa, nessuno può dirmi niente se mi prendo una pausa, se arriva qualcuno a dirmi qualcosa basta che sorrido e si dovrebbe capire al volo che ho le mie belle ragioni diRaffaele Birlinihttp://www.blogger.com/profile/16178501836950150195noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7956724869703952027.post-7083730710761168742011-12-31T01:18:00.000-08:002011-12-31T01:18:58.973-08:00Lettera aperta al mio nuovo amico A.<div style="text-align: justify;">
Il bello del silenzio è che dormi bene, se scrivi, se leggi, se interagisci poi vai a letto agitato, ti svegli insoddisfatto, e poi a me bruciano gli occhi da giorni e do la colpa ai fumatori che fumano, io ho smesso e provo un godimento fisico a nutrire sentimenti negativi nei confronti di chi fuma, di chi inquina sbuffando dalle catalitiche, incolonnato, affaccendato, in attesa del verde, con un bambino stanco di aspettare il giorno di natale, per cui cosa vuoi che oggi me ne freghi dei racconti, della gente, pensi davvero di recare un qualche nocumento alla gente, i fumatori i parcheggiatori abusivi i mendicanti appostati fuori dall'edicola, fuori dal salumiere panificio, colla schiena appoggiata al muro e le scarpe slacciate, collo sguardo complice e la mano non completamente aperta e non completamente tesa, la gente che litiga per il posto in fila che va al cinema e parla di diritto, il diritto di scopare di votare di dire ognuno la propria cazzata quotidiana, la gente che scrive e quando incontra un altro che scrive gonfia il petto come certi uccellini battaglieri la cui genetica risuona dentro alle loro piccole ossa cave gridando il pericolo di estinzione, una linea di sangue che cade nel vuoto, l'impellente esigenza di tirare fuori il pugnale, approfondire la voce, mandare via l'intruso, perché io, e quando dico io intendo io, non dico te, dico io sono un intruso, uno che capita sempre dove c'è già qualcuno e viene mandato via, uno che dà fastidio per come è fatto, come i bianchi nei quartieri dei negri e i negri nei quartieri dei bianchi, come i cinesi clandestini che guardano per terra e si infilano come ratti nello scantinato più vicino, perché io non sono di sinistra, non dico banalità, non racconto menzogne, non mi aggrego, non sottoscrivo spiegazioni di comodo, e non sono nemmeno di destra, quella da nostalgia per l'uomo forte, il condottiero scozzese dalla faccia blu che ricaccia in mare i berberi, l'acquartieramento il consolidamento la grande battaglia per la supremazia, no, la gente ama queste cose e io sono il topo nel granaio, sono la tarma dentro all'armadio, sono il bellimbusto che ronza attorno alla nostra stupida bambina, la gente bisogna solo lasciarla pascolare, non invadere il campo visivo di quelle pupille bovine, bisogna lasciare che grufoli assaggiando mille variazioni al gusto di merda, la gente meno ci hai a che fare e meglio dormi, meglio vivi, ecco perché la gente non sgomita per andare a vivere in un condominio popolare di periferia, anche se è comunista preferisce la villetta, dice io ne ho diritto e ce l'ho, tu ne hai diritto e devi lottare per averla o la devi rubare, ma non a me che io sono comunista, sto dalla tua parte, ecco perché nessuno chiede di andare a riposare sulle spiagge affollate, neanche quello di destra che dice tu devi stare zitto e accontentarti che lo stato di offre l'opportunità di una salvietta e un ombrellone, ringrazia il nostro munifico governo che ha a cuore le nostre esigenze, ecco cos'è la gente, specialmente in Italia, fossimo in America ti direi caro amico A, non sei mio amico quanto K ma voglio venirti incontro, agevolarti nella tua folle impresa mirante a ottenere dei cambiamenti dentro alla gente, ma la gente, specialmente qui in Italia, non è solo stupida ma è anche malvagia, dice e fa delle cattiverie gratuite che danneggiano gli altri anche senza produrre benefici a chi le mette in pratica, e anche volendo tenere da parte la mia preferenza che va a notti di sonno tranquillo, garantito dal non leggere, non scrivere, non avere alcun contatto attivo o passivo con la gente, nel caso specifico la gente italiana che son tutti scrittori e son pronti a darti del K o del Nori solo per romperti i coglioni, mi han dato del Calvino, perfino del Marquez, cercano somiglianze per dirti che non sei originale, che non vali un cazzo, per farti smettere, tacitarti, sotterrarti, rapirti e rispedirti a casa un pezzo alla volta, capisci, io me ne sbatto i coglioni a un certo punto, è tutta la vita che lotto per difendermi dalla gente, mimetizzarmi, tenere a freno la lingua, limitare i danni, non mettermi in mostra, e se negli ultimi tre anni ho scritto qualcosa è solo per mio figlio, perché mi piacerebbe se mio padre l'avesse fatto per me, per il resto preferisco mugugnare giocando a gw2, costruendo velieri, innaffiando piante in vaso, cose che la gente non ti viene a rovinare l'umore, a scassarti il sistema nervoso, a spingerti solo per il gusto di farti perdere l'equilibrio, dentro alla gente si crea moltissimo disagio se tu stai in equilibrio, prova, mettiti su un piede solo e vedrai che la gente si ferma subito a guardarti, aspetta di vederti cadere, vuole che cadi, vuole ridere di te e correre in tuo aiuto per essere ringraziati mentre ti dicono non farlo più che ti fa male, e tu mi vieni a dire scrivi delle cose per la gente, non ci penso nemmeno, e anche se per semplice corrispondenza di civili maniere volessi accontentarti non potrei comunque, non ho niente da mandarti, non sto mettendo da parte risorse d'emergenza per i tempi grami, non ho 'pezzi', come dice quella testa di cazzo sulla tua bacheca, da inviarti per caricare la bocca di fuoco del tuo meccanismo letterario ricorsivo automatico sovversivo puntato contro la mente della gente, il che è letterario di suo perché presuppone l'esistenza di menti, di menti vulnerabili, e tu sei un romantico, sei ancora un romantico, ma io no, sono passato oltre, il romanticismo è vecchio, per me, è finito, il romanticismo, è obsoleto, dal mio punto di vista è durato fin troppo.</div>
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<a href="http://2.bp.blogspot.com/-4ouq3ZkizWE/Tv7TPn991aI/AAAAAAAAArM/-3wlLjAxWi4/s1600/rats.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="http://2.bp.blogspot.com/-4ouq3ZkizWE/Tv7TPn991aI/AAAAAAAAArM/-3wlLjAxWi4/s320/rats.JPG" width="201" /></a></div>
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<br /></div>Raffaele Birlinihttp://www.blogger.com/profile/16178501836950150195noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7956724869703952027.post-17068133339531219282011-12-16T01:33:00.000-08:002011-12-16T01:33:53.208-08:00linka e fatti linkareti rispondo qui nel separè della mia bacheca ti spiego che sei fissato con lo scrivere, poverino, mi fai pena a volte perché insegui la carota del pubblicare ma non ti dico niente, anzi, ti dico scrivi, manda in giro i tuoi scritti, ti voglio aiutare, ti dico cosa devi fare devi creare un mercato, prova a fare qualcosa per finire sui giornali, dalla de filippi meglio ancora, devi far parlare di te, devi andare alla rido e fare incazzare la gente che ti ascolta contro il male, l'ingiustizia, contro il governo che affama i poveri picchia i nostri figli devi fare in modo che la gente quando si sente male venga a da te per sentirsi dire haio ragione a stare male, hai ragione a sentire il bisogno di incazzarti, ti dico di chi è la colpa di tutto questo è degli addetti allo smistamento, devi trovare un colpevole senza volto che però tutti pensino trami nell'ombra devi dire è tutta colpa dei massoni dei miliaradri dei petrolieri dei canadesi e poi citi qualche libro qualche articolo qualche ricerca e quando hai un bel po' di gente che ti segue allora bum! dici sapete non sono il tipo che si vanta, non dovete comprarlo per forza, ma ho scritto questo libro fantastico è un ottimo regalo per le feste hai capito cosa devi fare non devi perdere tempo buttare la tua vita a foraggiare sogni altrui o scrivi perché sei così ricco di letteratura da poterti permettere di dalra via come chi butta banconote dal finestrino oppure devi mettere giù un piano e martellare i coglioni là fuori che comprano di tutto mangiano anche la mnerda se glielo dice celentano a sanremo, per dire, o crozza fiorello benigni santoro maurizio costanzo buona camicia attutti fabbio volo fabbio fazzio aldo giovanni e giaccomo mai dire banzai marco predolin te lo ricordi marco predolin o lorella cuccarini la più amata dagli italiani azz fidanken! altrimenti rassegnati basta non scrivere più spacca il culo al mondo dimostrando che sei il più bravo scrittore della tua generazione e lasciando che chi se ne intende si faccia domande scomode si chieda perché non viene pubblicato il più grande scrittore della sua generazione a dirsi se fossimo in america sarebbe alla biblioteca del congresso come franzen che dopo franzen basta esce gw2 è meglio giocare mandare affanculo tutti quanti guadagnare fottere curare il proprio orto sparare a tutti quelli che si avvicinano troppo ti dico cosa devi fare ascolta devi comprare delle galline, non si trovano, lo so, devi comprare una vacca e trovare un posto isolato dove mettere il bestiame e i semi, compra dei semi da piantere dentro alla terra, perché se domani la gente si alzasse e scoprisse che i supermercati sono chiusi o che gli scaffali sono vuoti cosa pensi che succ<br />
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<iframe allowfullscreen='allowfullscreen' webkitallowfullscreen='webkitallowfullscreen' mozallowfullscreen='mozallowfullscreen' width='320' height='266' src='https://www.youtube.com/embed/rBJkH4qB-58?feature=player_embedded' frameborder='0'></iframe></div>Raffaele Birlinihttp://www.blogger.com/profile/16178501836950150195noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7956724869703952027.post-31881198056610508162011-12-08T07:35:00.001-08:002011-12-08T07:39:30.851-08:00blablablami stressano con la politica su facebook al punto che poi mi scappano commenti come questo: 'Italia è un paese povero di semianalfabeti, privo di risorse e di brevetti che ha finanziato a debito il benessere confidando in un sistema produttivo basato su piccole imprese manufatturiere che oggi vengono mangiate vive dai grossi competitors, nel momento in cui la manodopera straniera costa meno e gli investimenti vanno in paesi emergenti a forte crescita, e tornerà a essere povero anche se importa schiavi per mantenere in vita un tessuto produttivo sostanzialmente pre-industriale e collettivista che tuttora premia il lavoro come stipendificio assistenziale, finanzia il sud a fondo perduto senza che si sviluppi mai un circolo economico virtuoso, foraggia sistemi mafioso-clientelari penalizzando gli investimenti produttivi e aumentando la spesa pubblica nonostante miliardi di euro che ogni anno già paghiamo di interessi sul debito, uno Stato dove le industrie sane che sono in grado di farlo scappano all'estero per non andare in perdita e mantengono qui la sede per vantare il made in italy, unico valore di bilancio positivo che ci rimane da distruggere, e chi guadagna è calciatore o ragazza della tv che sposa di calciatore, e chi si azzarda a guadagnare senza essere un cantante-scrittore-comico di sinistra viene schifato e trattato come un ladro, dove gli evasori sono tutti quelli che vogliono pagare senza fqatturqa per risparmiare l'iva e poi danno dell'evasore a chi non rilascia fattura, dove si ha bisogno di un berlusconi-mussolini da appendere per i piedi o si resta privi di un obiettivo contro il quale gridare la solita rabbia trita e ritrita, la retorica del povero lavoratore sfruttato e tartassato che farà la rivoluzione, coi soliti rompicoglioni che si presentano a raccattare voti facendo promesse stupide e trovando sempre masse di stupidi pronti a crederci o a far finta di crederci'Raffaele Birlinihttp://www.blogger.com/profile/16178501836950150195noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7956724869703952027.post-18941505677610840142011-11-07T00:22:00.001-08:002011-11-07T00:22:53.343-08:00i bambini dell'asilo stanno facendo casinoerfavore, se potreste cortesemente piantarla una buona volta di menare il torrone con i wallace e i jobs, e loro equivalenti in ogni campo dell'ammirazione a pagameto, se potreste avere la decenza di non appendervi ai cadaveri per cibarvene, per succhiarne gocce di fama riflessa, se potreste rifiutarvi di esporre la vostra copia personale di un prodotto commerciale umano che ha avuto l'ottima idea di morire al fine di incrementare gli ordinativi, insomma, mi piacerebbe che veniste spazzati via da una malattia orrenda che vi rende consapevoli della vostra bruttura, ma mi accontenterei di non essere obbligato a ricevere i vostri messaggi di finto cordoglio, i vostri discorsi funebri scritti per giustificare l'invito in trasmissione, la firma dell'articolo, le quaranta monete che ricevete per il vostro lecchinaggio abusivo di chiappe santificate dal pubblico dei consumatori, ecco, se perfavore date il vostro piccolo contributo alla diminuzione del rumore di fondo mediatico composto di cazzate e stronzate, le vostre, quelle che sentite il dovere e gustate l'onore di dover dire al mondo, affinché si sappiano le vostre cazzo di opinioni personali e i vostri giudizi balordi e le vostre puntute riflessioni, perché il vostro culo occupi il posticino che ingenuamente ritenete di meritare, le vostre insulse elucubrazioni intellettualoidi sul personaggio del momento, sul fenomeno popolar-culturale di massa, insomma se mi vorreste accordare il privilegio di chiudere la fogna e starvene zitti, se andaste a manovrare il tornio, il trapano, la fustellatrice, uno strumento produttivo a vostra scelta adeguato alle vostre capacità e al vostro quoziente intellettivo, avremmo tutti da guadagnarci, in modo particolare non avremmo bavosi interdetti a battere la mani per applaudire in compagnia e nemmeno fastidiosi impulsi omicidi che si allargano di deficiente in coglione fino a circondare insiemi sempre più numerosi di primati umanoidi, con il timore di abbracciare l'intera umanità pianeta e con ciò porre fine alla propria sRaffaele Birlinihttp://www.blogger.com/profile/16178501836950150195noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7956724869703952027.post-7706907993194439732011-10-11T00:11:00.000-07:002011-10-11T00:27:51.825-07:00A macchia di leopardo 2
Puntate precenti: <a href="http://rompereilvetro.blogspot.com/2011/04/macchia-di-leopardo.html ">A macchia di leopardo 1</a>
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In questa puntata si scopre che gli stranieri vanno tutti a scuola al nord, non si capisce bene se gli stranieri in generale, per qualche motivo non spiegato, sono quasi tutti al nord, o se le famiglie di stranieri sono equamente distribuite in tutta Italia ma spediscono i loro figli a studiare al nord.
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Si noti l'utilizzo del termine 'straniero'. L'insieme degli stranieri include ma non equivale all'insieme degli immigrati. Gli immigrati sono stranieri ma gli stranieri non sono necessariamente immigrati. In pratica non si parla di persone disperate che vivono qui in clandestinità e lavorano in nero senza diritti e per pochi soldi, ma anche di persone che non hanno preso la cittadinanza italiana e sono qui per sport, di passaggio, per turismo, e si trovano così bene da star qui per anni, mandando i loro figli a scuola qui. Oppure che mandano qui i loro bambini dall'estero perché le scuole italiane sono famose e richieste in tutto il mondo. O per programmi di scambio tipo erasmus, certo certo, tutto è possibile: guarda là, un asino che vola!
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Sarebbe utile capire cosa si intende come 'stranieri', se è un termine usato per ipocrisia buonista da chi vuole dire che c'è un problema ma che siano altri a prendersi la responsabilità di spiegarlo a chiare lettere. Perché magari sono davvero bambini che vengono qui dall'estero per studiare. Magari gratis, nelle scuole pubbliche mantenute con le nostre tasse? Così, tanto per sapere.
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Oppure gli italiani davvero xenofobi, che rendono invivibile la vita agli stranieri, sono quelli che danno del razzista a chi invece li accoglie, con tutto quel che consegue in termini di impegno, rischi, responsabilità, solidarietà, integrazione, accoglienza? Sennò è come inondare il giardino del vicino e poi dirgli che è un brutto idrofobo cattivo che odia la povera e bella acqua.
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhUPSTN8xWo67mwwad8nwG4sXgkhHqs5tKzTRLAosSP-qxJkBMiQtReMbN2X0g-W5aOs6kF539S7c2t5y0yM2wQG38MSVwsK-bTsCAXIsFgG7Ni2FSedgnjeWz44NWoJtsidisoarPi-lo8/s1600/italia+nord-sud.JPG" imageanchor="1" style="margin-left:1em; margin-right:1em"><img border="0" height="320" width="303" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhUPSTN8xWo67mwwad8nwG4sXgkhHqs5tKzTRLAosSP-qxJkBMiQtReMbN2X0g-W5aOs6kF539S7c2t5y0yM2wQG38MSVwsK-bTsCAXIsFgG7Ni2FSedgnjeWz44NWoJtsidisoarPi-lo8/s320/italia+nord-sud.JPG" /></a></div>
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Ah, dimenticavo, quelli della puntata precente sono dati pubblicati dal <a href="http://www.corriere.it/economia/11_aprile_03/index.shtml">Corriere della Sera</a>, quelli qua sopra invece <a href="http://opendatablog.ilsole24ore.com/2011/09/una-scuola-multietnica/#">dal sole 24ore</a> , non da fonti sospette.
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Raffaele Birlinihttp://www.blogger.com/profile/16178501836950150195noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7956724869703952027.post-33133895111083336802011-10-07T03:57:00.000-07:002011-10-07T03:58:18.484-07:00Siamo la punta di diamante dell'evoluzione.Per capire come funziona il cervello umano basta osservare che le donne camminano sui trampoli e gli uomini sfoggiano un cappio al collo.Raffaele Birlinihttp://www.blogger.com/profile/16178501836950150195noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7956724869703952027.post-48595150295403844432011-10-07T01:03:00.001-07:002011-10-07T01:06:44.845-07:00IStaya poposito di riti collettivi catartici e santini laici delle religioni atee
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEih300v0hRCnBKYrYC5mptw19pRbD_H5ID5YanAoOY2YP7EyDWmkLHWcdYHJi7fAihAxap_zhaYszaVwl4pVIhIPghE0SG5Rpasl5snWLTRAcvAI5RRCQiFqmQmHlY1qCgBZdkeTOcyRy8w/s1600/stay.jpg" imageanchor="1" style="margin-left:1em; margin-right:1em"><img border="0" height="162" width="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEih300v0hRCnBKYrYC5mptw19pRbD_H5ID5YanAoOY2YP7EyDWmkLHWcdYHJi7fAihAxap_zhaYszaVwl4pVIhIPghE0SG5Rpasl5snWLTRAcvAI5RRCQiFqmQmHlY1qCgBZdkeTOcyRy8w/s320/stay.jpg" /></a></div>
Raffaele Birlinihttp://www.blogger.com/profile/16178501836950150195noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7956724869703952027.post-16708795083182577362011-10-04T05:10:00.001-07:002011-10-04T05:10:37.242-07:00tesserino da megalomanegiornalista fai domande scomode fai casino accusa indignati santificati sputagli addosso giornalista vola via hai la memoria lunga sai cosa chiedere giornalista bravo giornalista hai cambiato il mondo hai buttato giù il governo hai salvato i bambini ci sono giocattoli con il tuo nome giornalista ci sono magliette con la tua faccia sei tutti noi sei superman e l'incredibile hulk tu da solo contro il malvagio impero del male tu che resisti e combatti e fai la domanda scomoda il giornalista scomodo che alla fine sale sull'aereo ma mi deve chiedere scusa personalmente cazzo che giornalista fico che giornalista con le palle che giornalista idolo delle folle un eroe di giornalista un esempio un modello una continua fonte di ispirazione per le nuove generazioni il giornalista ti amo giornalista prendi in braccio il mio bambino giornalista indicami la strada tienimi la mano dimmi tutta la verità donami la vita eterna giornalista martire coraggioso giornalista integrità morale dignità giornalista profeta giornalista fai 'o miracolo giornalista che corri rischi e pericoli giornalista zona di guerra giornalista essere superiore giornalista aristocrazia dell'informazione proteggici dal maleRaffaele Birlinihttp://www.blogger.com/profile/16178501836950150195noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7956724869703952027.post-75195373584787300492011-10-04T00:34:00.000-07:002011-10-04T00:34:54.553-07:00il masochismo dell'idiozia nella mentalità cattofreudiana<a href="http://www.corriere.it/animali/11_ottobre_03/carne-cani-vietnam_d783fc92-edcc-11e0-8721-690dea02417b.shtml">rubano i cani </a>per venderli ai ristoranti che li macella per clienti che vogliono mangiare cani, e nei commenti c'è chi si schiera in difesa dei mangiatori di cani per sentirsi moralmente e civilmente superiore, tollerante e aperto di mente e proiettato nel futuro, voltairiano, esperto di relativismo e santo protettore delle minoranze, e magari scopri che è la stessa persona che litiga alle riunioni condominiali, al bar, che non sopporta i preti di ogni religione la cucina della suocera le macchine in seconda fila gli elettori degli altri partiti però i mangiatori di cani li difende, denuncia i ghiacci che si sciolgono, ama le balene e però giustifica la violenza dicendo che è provocata è frutto dell'esasperazione se la sono cercata.Raffaele Birlinihttp://www.blogger.com/profile/16178501836950150195noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7956724869703952027.post-33808718382495733752011-10-03T01:07:00.000-07:002011-10-03T01:08:44.024-07:00Et voilà, madame et monsieur, la realitè.Ecco, si arriva sempre a un certo punto in cui l'idiota con cui parlo capisce delle cose su di me, mi dice che son scemo, che non capisco, che ci vedo male, che mi puzza il fiato, o che sono ottimista e pieno di fiducia, nientemeno. Adesso non parliamo più dei contenuti, troppo difficile, adesso parliamo di noi, di chi è più idiota, di chi è davvero l'idiota fra i due, cose così. E la realtà, fa il suo ingresso la realtà, niente piace di più agli idioti che spiegarti la realtà reale, quella vera, la realtà autentica, quella a prova di idiota.Raffaele Birlinihttp://www.blogger.com/profile/16178501836950150195noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7956724869703952027.post-44932793972295696252011-10-03T00:39:00.000-07:002011-10-03T00:50:13.503-07:00millenarismo mon amourMi stavo chiedendo anche se va dimenticata la ragione per cui la democrazia rappresentativa è preferibile alla democrazia diretta: l'umanità è composta per lo più da idioti. Me lo chiedo perché sento giustificare il contenuto rivoluzionario delle manifestazioni di protesta come se in democrazia non ci fossero rappresentanti ai quali rivolgersi per ottenere la discussione dei problemi ad alti livelli, di intelligenza e saggezza e razionalità, al fine di giungere al voto di leggi adeguate.Raffaele Birlinihttp://www.blogger.com/profile/16178501836950150195noreply@blogger.com0