lunedì 21 maggio 2012

La gita non la rimandano per brutto tempo, mi si è bruciato un faro della macchina, ho mal di testa, probabilmente mi puzza l'altito e ho gli occhi invenati e i capelli in disordine, mi tocca fare delle telefonate (prima mi dava solo fastidio parlare al telefono, adesso ho voglia di prendere a martellate i telefoni), ho un vago sospetto di aver dimenticato qualcosa, di non aver fatto qualcosa che dovevo o di aver fatto qualcosa che non dovevo, mi sembra di aver bisogno delle spadrillas che ho visto all'ipercooop a 19 e 90 anche se non ho idea del perché, quando le metterei, sembrerei un vecchietto, apparirebbero alla vista cose di me che senza spadrillas rimangono nascoste dentro, vicino alla milza o forse dietro la cistifellea, mi sembra che un giorno avrei dovuto urlare e non l'ho fatto oppure che ho urlato al posto di stare zitto, ho come l'impressione che non si possa stabilire se tutto ciò che è stato abbia più importanza di quel che sarà o se quel che sarà è ciò che davvero ha importanza, così rimango a sentire la pioggia e ogni tanto guardo l'ora perché non posso bere il caffè prima che passi almeno un'ora dall'ultimo che ho già bevuto, sprando che dopo il secondo caffè della giornata mi sembri più fattibile il gesto di fare il numero e ficcare la voce dentro a un cavo, piegando la testa di lato per sentire meglio, come certe notti quando ti svegli e vorresti impedire ai sogni di rintanarsi, poi mi sforzerò di pensare a gente felice e quando avrò sgasato abbastanza sul motore del mio buonumore per carburare l'ottimismo, sgommando sui denti esposti nel sorriso di chi sta fumando l'ultima sigaretta, andrò a fare quel che va fatto, anche oggi come ho sempre fatto ogni giorno della mia vita, un due tre quat, front dest, un due tre quat, avant marsch, perché io sono fortunato, è così che si dice, come nella leggenda del re pescatore, nella metro il reduce quando dice: loro vedono me e pensano io non devo fare l'elemosina per vivere: io posso camminare sulle mie gambe: boo boo booo: immaginando il giorno in cui si guarderà indietro: ci si siederà a guardare il panorama: ci si sentirà sereni e soddisfatti almeno la metà di quanto ci appare serena e soddisfatta la gente meno fortunata che incrociamo per la strada: e non diamo retta alla voce beffarda che dice prima che arrivi quel giorno sarai già bell'e che andato, caro mio, bye bye, addio e tante belle cose, grazie per esservi serviti in uno dei nost

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